18 marzo 2008

SOCIOLOGI


Diciamoci la verità, ci sentiamo tutti un po' sociologi. Giudichiamo il comportamento sociale dei nostri contemporanei come se fossimo dei veri e propri esperti dei processi che uniscono e separano le persone. Pensiamo di essere in grado di intuire quali possano essere i pensieri e comportamenti principali che caratterizzano una collettività. In effetti non si può negare che non si possa avere qualche competenza a riguardo essendo tutti noi stessi anche parte in causa. Ma il problema è che il nostro giudizio, la nostra analisi prende, per così dire, un campione di riferimento sbagliato, fittizio e virtuale. La società che tutti noi abbiamo in mente quando ci proponiamo di svolgere una critica è quella che ci propinano i mass media. La vita non è quella che si vede in televisione. Sembra che la gente debba per forza essere sull'orlo di una crisi di nervi. Gli esperti di comunicazione sanno benissimo che il tema della paura è utile per rendere le persone succube di un certo sistema. Se un bambino ha paura non lascia la propria madre. Forse dobbiamo cominciare a riguardare il mondo che ci circonda e non solo quello dei telegiornali che comunque sia rappresentano una finestra di pochi minuti sulla vita delle persone.

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