
La ricerca scientifica può svolgersi partendo da due prospettive diverse. In un modo i problemi vengono posti e risolti, quanto è possibile, dagli stessi scienziati che decidono che cosa studiare. Siamo nell'ambito di comunità specifiche, luoghi accademici dove la funzione degli attori è in base ai meriti scientifici che determinano dunque una gerarchia. La ricerca di base trova in questo contesto maggiori possibilità di essere svolta e approfondita. Nel secondo modo la ricerca è imposta, per così dire, da altre istituzioni. Non viene più giudicata dai pari, ma da un contesto più ampio, transdisciplinare. In particolare sono le esigenze industriali che indirizzano l'attività dei ricercatori. E' evidente che nel primo caso i finanziamenti risultano essere prettamente pubblici, nel secondo invece sono più che altro privati. Si potrebbe pensare che ci sia una successione temporale tra questi due modi di svolgere la ricerca scientifica. In realtà pur essendo innegabile che oggi la società fa delle richieste ben precise alla scienza, è altrettanto vero che una sorta di mecenatismo c'è sempre stato. Inoltre la ricerca scientifica molto spesso apre strade diverse dagli obiettivi che si era prefissata. Per cui non sempre, fortunatamente, è da considerarsi così vincolata. Una differenza sostanziale però si può trovare nel modo in cui si guarda la ricerca scientifica. In un ambito chiuso, accademico, la critica morale è interna. Invece in un contesto che coinvolge lo sguardo vigile della società, gli scienziati hanno a che fare con una sensibilità più collettiva. La ricerca subisce in questo senso un controllo morale. I vantaggi che si ottengono sono una maggior controllo etico sull'utilizzo della sperimentazione animale, sugli embrioni umani e sugli obbiettivi da raggiungere. Gli svantaggi sono il diffondersi dell'idea che la scienza si buona o cattiva a prescindere dalle sue applicazioni .
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