
Negli ultimi anni c'è stato un particolare ritorno dell'interesse per le religioni, per il sopranaturale e per le spiegazioni in genere verosimili, ma mai confutate da prove certe. Basta girare tra gli scaffali delle librerie per vedere come ampi settori siano occupati da saggi che parlano di religione o di scritti di esperti del settore, a discapito ad esempio della letteratura scientifica. Folle immense si radunano intorno al proprio leader religioso e non solo per quanto riguarda la chiesa cattolica. La fede unisce sempre più persone a fare e soprattutto a pensare a cose che parevano essere ormai memoria di un lontano passato. Non è che sia un problema in se. La voglia della ricerca di Dio è un fatto positivo, uno sguardo dell'uomo verso l'alto. E' un fatto che lo caratterizza. Il problema è che per dare risposta alle proprie domande l'uomo pensa che siano certezze le innumerevoli fantasie che in secoli di storia ha proposto sull'esistenza di Dio. Ma oggi si assiste ad un processo che si può considerare involutivo. L'uomo cerca Dio non più per il bisogno di rapportarsi con l'infinito o almeno non solo. L'uomo cerca Dio perchè non crede più in se stesso. E' stato sconfitto dalle proprie illusioni, sempre più irrealizzabili. A questo ha contribuito anche un' idea assolutistica della scienza. Invece con il passare degli anni l'uomo si rende sempre di più conto di non poter più fare affidamento soltanto su se stesso. La tecnologia non viene più vista come qualcosa che può cambiare la vita, ma soltanto come uno strumento per continuare fare le stesse cose che nella sua natura l'uomo ha sempre fatto. Si vive e si muore, si mangia e si dorme. Si sta male pur avendo tutto quello che si vuole.
La ricerca di Dio oggi è un fattore provocato dall'angoscia che si ha di fronte ai propri limiti e alla non realizzazione delle proprie illusioni.
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