06 agosto 2007

A NEANDER SENZA RITORNO


Il 1997 è un anno importantissimo per l'antropologia e dunque anche per la storia dell'uomo. Si sono messi a confronto i codici genetici della nostra specie con quella neandertalense. Il DNA preso in esame in questi casi, in cui si usano dei reperti inevitabilmente compromessi dal tempo, è quello mitocondriale. Esso è maggiormente reperibile perchè nei mitocondri ci sono circa ottomila eliche dell'acido desossiribonucleico. Dettagli a parte, il risultato che si ottenne fu inequivocabile: l'uomo di Neander è estraneo alla variabilità propria della nostra specie. E' un ramo secco, potato del cespuglio evolutivo del genere homo. Il risultato fu ampiamente confermato da indagini successive di archeo antropologia molecolare. Dunque nel cuore dell'Europa, dalla penisola iberica agli altopiani asiatici, viveva una specie di homo derivato da un percorso evolutivo diverso dal nostro. Tuttavia il dubbio di un legame stretto di parentela con il sapiens è significativo del fatto di quante somiglianze potesse avere. Oltre all'aspetto fisico per così dire rozzamente umano, stupiscono le pratiche in cui si adoperava l'homo neanderthalensis. Cacciava facendo uso di strumenti, dava sepoltura ai propri defunti. Sono soltanto degli esempi per far pensare a quale livello di cultura fossero arrivati. Dal punto di vista scientifico il risultato incassato è la messa in sordina della teoria del multi regionalismo sull'origine dell'uomo, ma a me vengono da fare altre riflessioni. Sapere che sul nostro pianeta c'è stata un'altra specie che ha fatto un salto culturale, ridimensiona per certi versi l'uomo. E' vero che alla fine egli sia risultato il vincitore incontrastato, ma non gode di nessun privilegio a priori. Il caso evolutivo ha portato avanti il nostro ramo, in una competizione che probabilmente non poteva lasciare spazio a nessun tipo di convivenza. A questo punto pensare che in noi ci sia la presenza di una sostanza di natura non evolutiva e quindi trascendente è ingannevole perchè pone l'uomo su un piano privilegiato, rendendo la sua posizione attuale premeditata. L'antropologia ci dimostra che non eravamo soli, c'erano altri homo, ma noi avevamo i geni più adatti.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

....pensare che in noi ci sia la presenza di una sostanza di natura non evolutiva e quindi trascendente è ingannevole perchè pone l'uomo su un piano privilegiato....
... LIBERO DI PENSARLA COME CREDI, IO PREFERISCO PENSARE DI ESSERE FATTO A SOMIGLIANZA DI DIO E QUINDI DI ESSERE PRIVILEGIATO...NON CAPISCO PERO' PERCHE' QUESTO NON SAREBBE EVOLUTIVO...

Robyzd ha detto...

In effetti su questo punto potrei anche ragionare un po' di più. Per un attimo, mentre scrivevo, mi ero soffermato nell'intento di voler cambiare qualcosa, ma poi la pigrizia mentale ha preso come al solito il sopravvento. Sulle mie considerazioni è ovvio che si possono aprire delle falle, anzi delle vere e proprie voragini di carattere logico. Le divertenti provocazioni spesse volte hanno le gambe corte come le bugie. Ora ragionando sulla questione in merito alla presenza di una spiritualità nel genere umano, non solo io non saprei come dimostrarla se non in termini di fede. Dunque in antropologia è un' ipotesi un po' difficile da prendere in considerazione. Sul fatto che lo spirito non possa essere considerato un elemento evolutivo, mi sembra poter essere motivo di una bella discussione. Io mi sono rifatto alle considerazioni critiche poste da due noti studiosi dell'evoluzione biologica alla convinzione di Carlo Linneo dell'assoluta superiorità mentale e "spirituale" dell'uomo rispetto agli altri animali.
Grazie per il commento che per me diventa sempre motivo di riflessione.

Anonimo ha detto...

...chissà perchè quando si pensa di non saper o poter dimostrare qualcosa si tira in ballo la fede...forse abbiamo semplicemente la pretesa di dover dimostrare "scientificamente"(si scriverà con la "i" o senza ?) senza tenere conto che forse c'è qualcosa che ci riguarda così intrinsecamente che non possiamo negare anche se non possiamo dimostrare...può darsi che dipenda dal punto di osservazione...in fondo la cosidetta scienza ce la siamo costruita noi stessi per nostro uso e consumo ma non è il Vangelo...ops ecco che riemerge la mia formazione clerical comunista...

Robyzd ha detto...

Se si tratta di fare un uso più correttto dei condizionali, sono pienamente d'accordo. Io non ho nessuna pretesa di porre delle considerazioni che siano incontrovertibili. Posizione alla quale anche tu ti rifai quando usi quel forse... Pensa, possiamo essere arrivati fin qui anche senza grazia divina.

Anonimo ha detto...

...è vero, ma non mi turba per nulla il pensiero di essere arrivato fin qui anche con la grazia divina... non mi sento meno libero, anzi... Anch'io non ho nessuna pretesa di affermare delle "verità" o meglio affermo quelle che per me sono "delle verità"...quelle degli altri mi interessano fino ad un certo punto...