01 maggio 2007

SENZA L'UOMO


La foresta avanza inoltrando le proprie radici dovunque sia possibile. La fauna selvatica prospera. Ci sono i cavalli di Prezewalski e i bisonti europei mesi in libertà che trovano un ambiente dove poter scorrazzare. Si vedono anche le cicogne nere che sono a rischio estinzione e la presenza delle aquile bianche è più comune che in altri luoghi. Una riserva naturale tra le case abbandonate dall'uomo è quello che si può vedere andando a Pripyat. Città che si trova a soli tre chilometri da Chernobil dove poco più di vent'anni fa avvenne il più importante disastro ambientale di tutta la storia dell'umanità. La nube radioattiva che usci dalla centrale nucleare del posto passo anche per quella città ucraina che dovette essere completamente abbandonata per la presenza di un alto tasso di radiazioni destinato a rimanere per secoli. Dentro un territorio delimitato come inalienabile paradossalmente prospera la vita. Alla questione sugli effetti che hanno provocato le radiazioni di Chernobil all'ambiente naturale si sovrappone quella sulla presenza dell'uomo. Dove la sua assenza è un ritorno alla vita.

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