
Si discute spesse volte su quali debbano essere i contenuti della televisione. Problema che si pone in quanto ha un' offerta limitata a differenza di internet. Inoltre la televisione essendo un mezzo d'aggregazione famigliare necessita di canali la cui offerta soddisfi più esigenze. Questo provoca lo sviluppo di canali che, detto in parole povere, vanno bene ad uno spettro più ampio di persone. Dunque che fanno più ascolti, dunque che monopolizzano, dunque che fanno più contratti pubblicitari che portano ad avere maggior introiti per sostenere ancora di più questo processo. Inoltre bisogna ricordarsi che una volta si univa un paese intorno alla televisione e la voglia di discutere con gli altri di quello che si è visto probabilmente è arrivata fino a noi. Perciò i canali generalisti non possono essere molti e si può andare solo verso una maggior offerta di nicchia. Fatto sta che il vero affare riesce a farlo chi sa vendere il proprio prodotto ad un numero maggiore di persone. Ecco perchè le cosidette tv generaliste permettono ancora di avere una quota di mercato pubblicitario rilevante. Situazione che porta la pubblicità ad essere un vero e proprio deus ex machina della stessa televisione. Può capitare che il contenuto dei programmi venga modellato a scapito della qualità per far sì che il messaggio pubblicitario sia più efficace. Insomma il potere della pubblicità può essere definito quasi assoluto. Il problema è che si arriva a mirare anche ad un target più immaturo, più debole, più influenzabile come quello dei bambini e lo si fa con un senso degli affari da cinismo diabolico. Vedo cartoni animati che sono essi stessi degli spots pubblicitari. Personaggi della fantasia che servono da traino per vendere gadget e quant'altro sia legato alla loro immagine. Keroro è un cartone animatico propedeutico a tutto questo meccanismo. Giocando sul fatto che il bambino sia debole e influenzabile si arriva ad utilizzare egli stesso come mezzo pubblicitario. Un esempio? il pomeriggio, dove si suppone che davanti alla tv ci siano solo i bambini, lo spot di topolino alla fine dice di andare a prendere gli altri gadget per completare una collezione alla banca antonveneta. C'è anche l'intento di conquistare colui che in futuro potrà essere un possibile cliente. Siamo arrivati a dover discutere del contenuto della pubblicità tanto più se le stesse trasmissioni ne diventano il semplice contorno. Ormai siamo al sequestro delle menti ai bambini. Situazione che è a dir poco allarmante.
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