
"UN PADRE CHE UCCIDE LA PROPRIA FIGLIA".
Sono tante le persone che sono orgogliose di se stesse. Tutte che si ritengono arrivate alla meta che probabilmente si erano prefissate. Capaci di pensare a loro stessi soltanto come individui superiori rispetto agli altri in un determinato campo. Incapaci di mettersi in discussione. Propensi a discutere non per ascoltare, ma per far valere la propria ragione che pensano essere sicura. Non disposti ad ammettere i propri errori quando sbagliano. Sono persone che sembrano non essere più in grado di farsi un esame di coscienza. Di loro stessi hanno un opinione esagerata; presumono troppo di sè. Se sono orgogliosi di qualcun altro o di qualcos'altro è perchè riversano la loro immagine in quella persona o quella cosa che ne afferma il proprio vissuto. L'orgoglio è un pregiudizio verso se stessi.In quanto tale non è altro che una falsa opinione di sè fatta ancor prima di confrontarsi. E' frutto dunque dell'ignoranza.
Se qualcuno dovesse intaccare quest'immagine che hanno di loro stessi si sentirebbero feriti. Vedrebbero il sangue scorrere dal proprio corpo anche se qualcuno dovesse colpire ciò che contribuisce intorno a loro a rafforzare l'immagine esagerata che hanno di sè. Risponderebbero a tale colpo in maniera spropositata perchè bisogna rimarginare la ferita del proprio orgoglio. Non sarebbero in grado di perdonare perchè il perdono presume un gesto di dono verso il prossimo che diventerebbe dunque un ulteriore privazione a se stessi. Anzi la vendetta diventa l'occasione per sottolineare ancor di più la propria potenza. Davanti a loro c'è solo la loro immagine, fulcro centrale del mondo che gli gira intorno. Sono egocentrici. Ma se qualcuno dovesse ledere questa loro centralità, allora si sentirebbero persi in un mondo che gli distrugge la propria immagine. Si sentirebbero in dovere di "resuscitare" eliminando quello che ha causato la loro disfatta. Agirebbero per sopravvivere come se stessero compiendo un gesto di legittima difesa. E in tal caso la lincenza di uccidere non viene messa in discussione, anche se tra le braccia si ha il cuore della propria figlia.
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