
La casualità non esiste. Se prendiamo un pugno di sabbia e lo lanciamo in aria, ci sembrerà che ogni granello cadda a caso per terra. Invece tutti vanno incontro al proprio destino in base a delle leggi fisiche. E se queste si possono ritenere dei principi, quindi non originate da una causa, è perchè non si tiene conto del fatto che esse sono tra di loro causa ed effetto, in modo reciproco. Il caso esiste soltanto perchè c'è complessità. E' un invenzione necessaria perchè sarebbe impossibile temporalmente studiare tutte le interazioni che determinano in che punto dovrebbe cadere un granello di sabbia. Una particella è in moto browniano quando subisce un gran numero di urti da parte delle molecole del fluido in cui è immersa. Se è la causalità a dominare il mondo allora verrebbe spontaneo chiedersi se non ci sia un inizio, qualcosa che abbia dato il via al tutto. Oppure bisognerebbe pensare che ci siano infinite cause di cause. D'altronde ogni numero è causa della sommatoria di altri numeri. L'infinito esiste. Ci si è sempre chiesti se noi fossimo la causa di un padre superiore. Ma ci si potrebbe anche chiedere se noi non fossimo la causa di una serie di cause, di un insieme talmente vasto, da poter essere considerato infinito, di interazioni. Siamo il risultato di una serie di eventi complessi e lo siamo ogni istante. Ma allora nella complessità del secondo precedente che ha preceduto un pensiero fuoriuscito dalla nostra coscienza c'è scritto il nostro destino?
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