
Un artista sa dare forma alle nostre emozioni attraverso la sua arte. Ho avuto l'immenso piacere di dialogare con Paolo Polli, stimato pittore della Brianza. Dalle mie domande, retoriche, quasi volutamente superficiali, ha saputo tirar fuori una lezione sulla pittura, sull'arte in generale e sulle tendenze artistiche attuali. Il piacere che traspariva nei suoi occhi nel parlarmi del suo percorso artistico è stato motivo di profonda emozione. Sembrava di sentire parlare la storia della pittura, dal passato più remoto dell'arte rupestre alla ricerca attuale di tridimensionalità con l'energia del colore.
Nella sua opera in particolare ha saputo oltrepassare una rappresentazione d'immagini restrittivamente narrativa, andando verso l'utilizzo del colore come ricerca cromatica del suo stato emozionale più elevato.
Tuttavia mi fa ben notare come il talento artistico, in una produzione astratta, non solo non viene perso, ma anzi si rinnova e si rafforza in pennellate e spatolate che possono essere solo fatte da chi della pittura ne ha fatto una ragione di vita. Quei colori che danno luce alle emozioni non sono nel tubetto, ma sono in una sopraffina maestria.
Nei quadri che ho potuto vedere si può cogliere la frantumazione dell'anima in tutte le sue sfaccettature. Con il colore che si irradia trasportato dalla luce per parlarci delle sue idee. Nello stesso tempo ci illumina per farci sentire le nostre emozioni. Sa farci vedere nel dipinto quello che più percepiamo mentre guardiamo un paesaggio; come ad esempio l'orizzonte che cogliamo guardando dalla punta di Bellaggio il perdersi del lago tra le montagne. L'arte pittorica, forse più delle altre forme d'arte, ha saputo rappresentare quello che non si può raccontare perchè non ci sono le parole per farlo, quello che non si può vedere, ma che si imprime più di ogni altra cosa nei nostri occhi, quello che solo il nostro spirito riesce a sentire.
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