24 ottobre 2010
UN SUICIDIO DI MASSA.
Tanti auguri a te e la torta tutta me. Tanti auguri, gli anni passano per tutti, ma comincio a pensare che ci sono generazioni che non riusciranno più a crescere. Ero ad una piacevole festa di compleanno insieme ad una bella compagnia fatta di ragazzi simpatici, educati, amichevoli, rispettosi, seri, maturi e con al testa sulle spalle. Abbiamo preso posto in una pizzeria. La nostra era una tavolata centrale. Il locale era molto affollato, con gente che andava e veniva. Il clima non poteva che far presagire una serata all'insegna della spensieratezza, dei sorrisi fatti tra qualche bicchiere di birra e dell'animoso vociare dei clienti. C'erano anche tre compleanni, per cui qualche canto, il solito tanti auguri, era da mettere in conto con tanto di piacevole allegria. Per un po' l'euforia è stata trascinante. Sentivo da parte mia che la voglia di socializzare prendeva il sopravvento. Ma poi è avvenuto come se per un attimo stessi tentando di schiacciare il tasto pausa di un telecomando. Mi sono guardato dentro, mi sono ascoltato. Quello che ho sentito di me stesso è stato un principio di mal di testa. Naturalmente niente si potuto mettere in pausa, nè tanto meno si è potuto abbassare il volume. Ai lati della nostra tavolata sembrava di essere in un clima da stadio. L'allegria per una festa di compleanno è sempre auspicabile, ma forse c'era qualcosa che stonava, che segnalava qualcosa di ben diverso dal desiderio di divertirsi. C'erano le grida di chi voleva farsi sentire. A mio modo di vedere di chi voleva far sentire tutta la propria frustrazione. Di chi voleva dare sfogo ad una tensione accumulata dentro. Ma peggio ancora di chi voleva far sentire che viveva. Quel modo di festeggiare per me non è tanto diverso da chi fa autolesionismo. C'è forse un insieme vastissimo di ragazzi che si perdono in una massa informe, che per essere riconosciuti in quanto esseri umani con una propria identità devono immolarsi agli occhi del pubblico. Ieri sera ho assistito ad un suicidio di massa, fatto di ragazzi pettinati, truccati, profumati e tutto sommato ben vestiti, tanto per dare dignità al loro riconoscimento.
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