07 agosto 2010
ESSERE FIGLI
Dopo una serie di eventi casuali, un padre si ritrova a dover fare un test di paternità . Scopre così di avere la sindrome di Klinefelter, un'anomalia genetica che comporta la presenza di un doppio cromosoma x. Non è raro venirlo a sapere in là con gli anni, proprio quando la manifestazione di uno dei sintomi che la caratterizzano si pone come problematica. Gli uomini affetti dalla sindrome di Klinefelter non posso infatti avere figli: sono sterili. La trama dell'incipit è quella di un film con tutto il suo concatenarsi di eventi che trascendono il senso del tempo di una vita umana. Gli stati d'animo, le emozioni e i sentimenti sono accelerati dalle esigenze cinematografiche, ma non per questo non possono avere un corrispettivo reale. Questo padre scopre di non poter essere per l'appunto un padre, di non poter essere quello naturale di sua figlia. Tuttavia il legame affettivo non viene mai meno. E' sua figlia punto e basta. I sentimenti nascono dalle relazioni ed è per questo che il padre naturale non trova di meglio che dire che è solo una bambina. Al di là dell'evidenza di alcuni tratti somatici, che in una popolazione chiusa possono ritrovarsi anche in individui senza una stretta parentela, due individui legati geneticamente non hanno nessun tipo di comunicazione tra i propri geni. Anche nel mondo animale sono stati documentati casi in cui veniva fatta crescere una prole senza che ci fosse un legame genetico. Cosa strana vista la particolare sensibilità a percepire ad esempio certi odori del corpo. Eppure verrebbe a tutti di pensare che un figlio avuto in modo naturale sia più figlio di uno adottato. Ma che la genetica non c'entri niente è confermato dal fatto che molti padri effettivamente sono ignari della loro estraneità all'atto del concepimento. Continuerebbero a sentire un legame paterno con la propria figlia. Come non è diverso il sentimento che può provare un padre verso la propria figlia adottiva. Molti penserebbero che ci sia invece una bella differenza, non solo perchè continuerebbero a pensare che il legame genetico riesca a far sentire qualcosa in più, ma anche per la fase della gravidanza. E' vero, c'è qualcosa di diverso, di molto importante, ma la diversità non è necessariamente un metro di giudizio per fare una scala di valori. Nell'adozione non ci sarà l'emozione che può comportare una gravidanza, ma c'è un desiderio, un' attesa che cresce dando vita ad un amore altrettanto immenso. Nessun genitore farebbe distinzione tra i propri figli naturali e non, ma li considererebbe tutti uguali perchè tutti diversi nella loro assoluta unicità.
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