05 gennaio 2009

LA MANO DI DIO


Considerare il prodotto del concepimento come un essere umano fin dai suoi primi stadi, ovvero quando è ancora un ammasso di cellule dall'improbabile destino, fa parte di quei esercizi mentali particolarmente patetici. L'unica giustificazione che potrebbe essere in qualche modo accettabile è data da chi considera la vita umana già dall'unione dei gameti per il semplice fatto che lo stabilisce dogmaticamente la propria religione. Dunque è lecito lasciare ampio spazio alla fantasia, nel pieno rispetto delle idee altrui e senza la pretesa di imporre certezze che fanno acqua da tutte le parti. Filosoficamente parlando il concetto di sostanza è associabile al momento della gastrulazione., dove è possibile individuare una singola entità eterogenea. In genere una delle critiche che vengono poste a chi considera l'embrione fin dai suoi esordi avere la stesa dignità di un essere umano, è che siccome potrebbero svilupparsi dei gemelli, è illogico parlare di individuo umano. Una battuta come risposta potrebbe essere che in potenza si commetterebbe un pluriomicidio. Ma quanto si potrebbe andare indietro in questo modo? Fino ai quark, con il nostro respiro che diventerebbe letale. Allora ci si aggrappa al patrimonio genetico, unico, magari condivisibile con dei gemelli, ma comunque segno di un progetto che può dar vita ad una creatura umana. Ebbene, la mia soluzione per permettere che la ricerca sulle cellule embrionali abbia la giusta libertà, è quella di conservare queste istruzioni, ovvero le singole sequenze nucleotidiche. In questo modo non c'è il pericolo di negare ad un progetto il suo potenziale sviluppo. Naturalmente per impedire che secondo questa logica allora ogni individuo può essere ucciso, bisogna eliminare quei geni che ad esempio portano all'attecchimento. Battute, forse amare, ma di certo fatte da uno che ha a cuore la cura degli altri e non pone la propria ideologia come freno mortale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sic...a me sembra un discorso nazista che nasce dall'egoismo. Se ci mettiamo a discutere di quando inizia la vita o di quando si può affermare che ci sia dignità di uomo, non ne usciamo più. Il problema è che fino ad un certo punto questa entità, che io chiamo essere umano, tu ammasso di cellule, non si può difendere per cui è alla nostra mercè, ne possiamo fare e dire quello che vogliamo, a secondo di quello che è il nostro interesse personale...ma è così anche per i vecchi, i malati, gli handicappati, quelli che consideriamo diversi...io credo che la vita dovremmo difenderla in tutte le sue manifestazioni, a casa mia non si schiaccia una formica o un ragno, figurati se pretendo di decidere cosa fare di un embrione o di un ammasso di cellule come tu lo chiami...ma sai forse è più facile non schiacciare un ragno, da meno fastidio...