
"Quando ti muovi alla velocità della vita, scontrarsi è inevitabile". Crash, contatto fisico. Ogni persona sembra vivere nel proprio mondo. E' bloccata dai pregiudizi che piano piano gli costruiscono un'esistenza fatta di ansie, di paure, che portano inevitabilmente ad un punto di rottura. Gli altri sono degli extraterrestri che occupano minacciosamente una vita fatta di progetti, di percorsi da seguire senza sosta, senza cambiamenti perchè perdere la propria identità vorrebbe dire perdere sè stessi. Invece il contatto fisico risulta essere inevitabile. Allora ci si accorge che, uscendo dalle proprie mura, spesso non meno pericolose del mondo esterno, anche se soltanto nel pericolo dovuto a degli scalini scivolosi, inizia un processo trasformativo. Il rapporto con gli altri, con il diverso, diventa motivo di crescita. Ci si acorge che la vita non è un semplice andare avanti, magari imponendo la propria personalità nella società in cui si vive, ma è una continua trasformazione dovuta all'arricchimento che nasce dal parlare con gli altri. Il diverso siamo spesso noi stessi da noi stessi che ci imbrigliamo in paure, in visioni oscure del mondo, andandoci alla fine a mettere nei casini con le nostre stesse mani. Invece la strada è percorsa da persone, con una vita che sente il bisogno di essere condivisa, quasi compatita, per poter trovare elementi di crescita. L'uomo, solo al mondo, non può vivere. Può uscire dalle gabbie che lui stesso si è costruito. Ecco che il crash con gli altri fa uscire la magica luce di un incontro.
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