
C'è un continuo bisogno di ricordare. Chi ha a che fare con i computers si ritrova ormai di fronte a tantissimi strumenti per immagazzinare dati e informazioni. Tra floppy disk, cd, dvd, memory card, chiavette e dischi, la scelta è ormai fin troppo amplia. Questo secondo me è significativo della situazione d'insicurezza e ansia in cui ci ritroviamo. Sembra quasi che abbiamo paura di dimenticare. Abbiamo in realtà la preoccupazone di non perdere quello che ci circonda e i ricordi non sono meno che degli oggetti che mettiamo da parte, ma che vogliamo poter riprendere al momento opportuno. Sempre più incerti sul capire noi stessi, ci creiamo un'identità basata sull'avere. La nostra identità la proiettiamo esternamente perdendo quella vera, quella interiore. In realtà la memoria non deve essere un data base, un archivio dettagliato di quello che abbiamo imparato, ma deve essere un'inconsapevole base su dove possa attingere la nostra coscienza, il nostro pensiero critico. La memoria serve soprattutto per formare una coscienza critica, non per ricordare dei singoli fatti. C'è forse bisogno di dimeticare i particolari vani e inutili per ricordarsi che siamo qualcuno quando pensiamo, quando ci facciamo un'opinione ed elaboriamo un pensiero. Diamo memoria alla nostra coscienza.
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