I BAMBINI DEGLI ANNI OTTANTA, OGGI DELUSI
I bambini cresciuti negli anni ottanta avevano l'idea che le guerre nel mondo fossero finite o che per lo meno fossero per sempre lontane da tutti noi. Eventi particolarmente significativi, come emblematico fu la caduta del muro di Berlino, sono sicuro che vennero percepeti dai bambini di allora come qualcosa di scontato, logico, consequenziale alla fine certa di un mondo diverso dal nostro. La nostra società penso che fosse percepita come qualcosa di universale, come il mondo sicuramente giusto, come quasi se fosse un ormai inevitabile processo evolutivo che aveva trionfato con la spada dei suoi valori più positivi. Penso proprio che i bambini di allora avessero l'idea che eravamo speditamente indirizzati sulla strada del mondo giusto. Anche la guerra del golfo del '91 credo che dai bambini fu percepita come non una guerra, ma un intervento per interrompere una guerra. Si era intervenuti perchè uno stato aveva invaso un altro stato ovvero contro l'idea più primitiva di guerra. Insomma per i bambini di allora, nel mondo della loro mente, c'era solo la pace che come un'onda lunga stava ormai prendendo tutti.
Poi venne la guerra in Jugoslavia. 
Cosi'lontana perchè non avvenuta nel nostro mondo e nello stesso tempo così vicina a noi, in Europa, dall'altra parte dell'Adriatico dove i bambini degli anni ottanta avevano fatto il bagno. Sicuramente non era l'unica guerra presente nel mondo, ma per noi italiani questa sua vicinanza cominciò a far porre qualche riflessione in più. La si cominciò a guardare con un occhio più attento, tra curiosità e voglia di interessarsi di un evento importante. Sono i bambini di allora che stanno crescendo e aprono le prime pagine di un quotidiano, ascoltano con fare da grandi le notizie al telegiornale. Non si può più ad un certo punto prendere le distanze da una simile guerra, perchè si sentono ripetere cose che per i bambini degli anni ottanta erano ormai sepolte, irripetibili dopo l'esperienza del coflitto mondiale. Esperienza che i bambini erano stati fin troppo educati a percepire quasi come se fosse stata loro. L'idea che l'impossibile espressione del male si potesse ripetere era illogico per quei bambini che stavano crescendo. Eppure l'orrore diventava sempre più vero. Quel senso infinito di pace, di assoluta protezione cominciò quindi a cambiare. I ragazzi degli anni novanta si sentirono tradidi, certamente confusi. Secondo me la vicinanza di una guerra così orrenda ha fatto capire ai ragazzi degli anni novanta che il loro mondo ideale degli anni ottanta non era più così certo. Penso che si cominciò a percepire un senso di smarrimento, l'onda che la nostra società stava mandando poteva subire delle interruzioni. Forse quella pace inevitabile non era del tutto scontata ed è proprio in questi pensieri fatti con parole contraddittorie che ha origine la crisi di quei ragazzi. Si son sentiti quasi ingannati, forse addirittura traditi, ma sicuramente in un mondo che non doveva più esserci. Noi giovani degli anni 2000 vogliamo riavere le illusioni di quando eravamo piccoli cosa che però siamo consapevoli che sia praticamente impossibile visto il baratro, il percosso all'indietro che il nostro mondo sta seguendo. Ecco perchè siamo innegabilmente DELUSI.
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